Nell’ultimo decennio ho annotato per iscritto le mie view sulle idee di cui eravamo più convinti e le riflessioni sui prossimi trimestri. Ad oggi, ho utilizzato note come questa per organizzare le mie riflessioni su quanto il Franklin Innovation Team vede attualmente sul mercato e registrare le nostre aspettative riguardo alla possibile evoluzione di queste idee. Nel documento odierno ho raccolto otto idee che offrono una panoramica della nostra view riguardo a certi temi che riteniamo importanti.
Come insegna la storia, ogni pandemia è sempre stata seguita da un periodo di ottima crescita economica.
Specificamente, i lavoratori conquistano un nuovo potere che porta a un periodo di prosperità, e i dati più recenti indicano che ciò sta già avvenendo. Nuovi shock sono spesso accolti con affermazioni iperboliche, ad esempio che “in passato non era mai avvenuto nulla del genere.” In realtà ciò che si intende dire è che “è la prima volta che l’abbiamo visto nella nostra vita.” Come avevamo sottolineato nel nostro documento dell’anno scorso, guerra, fame e pandemia sono state le maggiori cause di mortalità in tutta la storia umana; disponiamo quindi di dati molto abbondanti su ciò che avviene dopo una pandemia. In Inghilterra, ad esempio, un paese per il quale possiamo disporre di dati molto accurati, abbiamo visto un’economia molto forte negli anni successivi all’epidemia di peste bubbonica o morte nera. A quell’epoca, verso la metà del quattordicesimo secolo, i lavoratori erano prevalentemente servi della gleba; dopo la pandemia invece per reazione alla mancanza di manodopera si è sviluppata un’economia basata sui salari. Tra il 1348 e il 1351 morì quasi metà della popolazione inglese, e le remunerazioni dei lavoratori aumentarono di due terzi. La cosiddetta influenza spagnola, iniziata nel 1918, durò tre anni, un periodo che sotto molti aspetti è stato rispecchiato dal COVID-19. In entrambi i casi, vi sono state quattro ondate di contagi e prescrizioni controverse riguardo l’uso di mascherine. Alla pandemia del 1918 seguirono i ruggenti anni Venti: un periodo di crescita economica molto forte e mercati del lavoro robusti.
Ricalcando quella storia, è molto probabile che alla pandemia del COVID-19 farà seguito un periodo non di recessione e contrazione, bensì nel quale la forza lavoro guadagna potere, i salari aumentano e il cambiamento va a vantaggio dell’economia. Lo possiamo già vedere nelle cifre. Negli Stati Uniti, nella metà delle coppie le donne attualmente guadagnano quanto gli uomini, o di più.4 Metà delle famiglie statunitensi nel segmento più basso è nella posizione finanziaria relativa più forte da una generazione a questa parte, superando il 40% medio e l’1% più alto per la crescita del reddito reale della forza lavoro nella metà più bassa, mentre sono scesi i redditi reali per la metà con i redditi più alti. Sono notizie positive, e fondamentali per una democrazia e un’economia fiorente.
Prevediamo un mercato dominato dalla selezione dei migliori titoli nell’innovazione
Alla fine, i perdenti sono destinati a fallire. Nel 2020 e 2022 abbiamo visto correlazioni molto strette tra i titoli growth con ricavi più elevati. Molte società con forte crescita sono sembrate beneficiare delle fasi più critiche per il COVID-19, tuttavia una volta emersi dalla pandemia proprio per queste società si è resa necessaria una razionalizzazione. Così come l’euforia suscitata dai guadagni realizzati nel corso della pandemia ha fatto salire tutti i titoli che ne avevano beneficiato, altrettanto indiscriminate sono state le massicce vendite corrispondenti, considerando il calo relativamente sincronizzato delle società a forte crescita molto proficue, società di acquisizione per scopi speciali (SPAC), privati e società tecnologiche non redditizie per le quali la pandemia era stata benefica. Nel 2023 ci attendiamo che riparta una ripresa di lungo termine dei titoli strutturali. I rialzi dei tassi d’interesse dovrebbero portare a un’accelerazione del fallimento di società tecnologiche non redditizie e una contrazione della concorrenza. Dovrebbero essere invece premiate le società redditizie che possono crescere nell’intero corso del ciclo, e godere andando avanti di un contesto sempre più favorevole.
Il 2023 sarà l’anno del Chief Operating Officer (COO), con un rafforzamento del focus di società con crescita secolare su una spesa disciplinata e redditività, e molte volte sulla riduzione o razionalizzazione delle assunzioni di personale dopo la pandemia.
I progressi che il COVID ha comportato nell’e-commerce, pagamenti, vaccini mRNA, produttività degli uffici e smart working non andranno persi. Le società che con l’accelerazione delle loro attività sono state più inclini a spendere, con la stabilizzazione attuale dovranno razionalizzare anche la propria spesa. Il COO sarà cruciale per rivelare i profili di utile reali di molte società growth. Immaginiamo di dover scegliere se investire nella società A, che aveva ricavi per 250 miliardi di dollari e l’obiettivo di raddoppiarli a 500 miliardi, o la società B, che aveva già ricavi per 500 miliardi di dollari e aveva bisogno di un’espansione di 280 punti base del margine operativo per ottenere un cash flow libero positivo. In mancanza di qualsiasi altra informazione, e presupponendo una capitalizzazione di mercato analoga, suggeriremmo che la società B sia un’opportunità migliore, con una maggiore probabilità di realizzare il proprio obiettivo.
Il petrolio è morto. Lunga vita al petrolio.
Attualmente solo 20 milioni degli 1,4 miliardi di veicoli in circolazione nel mondo sono veicoli elettrici (EV). Gli altri 1,3+ miliardi hanno motori tradizionali, con alimentazione a combustibili fossili. Entro il 2030, secondo le proiezioni dell’Energy Information Administration (EIA) statunitense saranno in circolazione 130 milioni di EV, vale a dire ancora meno del 9% dei veicoli totali previsti, nonostante un aumento molto vivace della produzione di EV. Secondo le proiezioni dell’EIA il parco globale di veicoli con motori alimentati a combustibili fossili non raggiungerà il picco fino al 2038. Ci vorrà qualche tempo per realizzare questa transizione energetica. L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) controlla il 40% della produzione globale di petrolio, con esportazioni che rappresentano il 60% del commercio internazionale di petrolio totale, considerando che l’Occidente ha ridotto l’investimento. Anche se disponessimo di fabbriche con una capacità adeguata a un aumento della produzione di EV, il che non è il caso, è prevedibile che dovremmo investire notevolmente anche in materiali quali il rame, litio o cobalto per sostenere la produzione. Peraltro, quasi il 70% del cobalto proviene dal Congo, un paese con problemi legati al lavoro infantile che sollevano questioni etiche da un punto di vista ambientale, sociale e di governance delle società (ESG). La riapertura della Cina dopo la pandemia è iniziata da poco; una combinazione dell’aumento previsto della domanda cinese e dei fabbisogni attuali nel resto del mondo ci induce a ritenere che la domanda di petrolio continuerà ad essere forte. I prezzi elevati delle materie prime possono rendere necessaria un’innovazione straordinaria.
L’Inflation Reduction Act (IRA) varato nel 2022 negli Stati Uniti è un probabile elemento di accelerazione della trasformazione energetica.
Sarà necessaria la reazione anche di altri paesi. L’IRA ha poco a che vedere con una riduzione dell’inflazione. È importante per due ragioni. Primo, è una legge: il che significa che non potrà essere annullato semplicemente con un ordine esecutivo da una nuova amministrazione. Secondo, genererà prevedibilmente una reazione analoga in Europa, raddoppiando sostanzialmente il suo impatto in termini di dollari statunitensi. La legge si concentra per buona parte sulla trasformazione energetica ed è molto generosa per l’energia solare, a idrogeno ed eolica. Siamo convinti che ciò porterà a un aumento dell’innovazione nell’area delle energie rinnovabili. Alcune delle prime tecnologie sono molto entusiasmanti, ad esempio il fracking di pozzi geotermici, la fusione e piccoli reattori nucleari. A un certo livello, tutto porterà a un’accelerazione dell’interesse nel prossimo decennio.
Pagamenti
Premere un tasto non è sufficiente. I pagamenti sono il quarto ramo della redditività per i siti web in internet. Storicamente, le principali fonti di guadagno dei siti web in internet sono state tre: pubblicità, abbonamenti ed e-commerce. I pagamenti sono diventati una fonte di ricavi indipendente, e come tale continueranno a crescere. I pool degli utili generati dall’esecuzione dei pagamenti sono sufficientemente ampi da consentire alle società di offrire ai consumatori una funzionalità straordinaria, ad esempio come sviluppo di siti web, gestione delle scorte o gestione delle prenotazioni, a fronte della gestione di pagamenti tramite il sistema del fornitore. In questo modo il venditore ha l’impressione che la funzionalità sia gratuita e gli obiettivi del cliente (in questo caso, il venditore) si allineano a quelli del fornitore. Si crea così una struttura per un nuovo gruppo di opportunità d’investimento.
I farmaci mRNA guardano oltre il COVID-19.
Le società farmaceutiche si stanno sempre più rendendo conto che uno dei modi migliori per aumentare il return on investment (ROI) nel settore non saranno i prezzi stabiliti per i farmaci, bensì l’efficienza nello scoprirli e produrli. Nuovi farmaci mRNA sviluppati in base alle lezioni apprese durante la pandemia stanno ora finalizzati a combattere tumori, Ebola, influenza e al virus respiratorio sinciziale (VRS). Ad esempio, la combinazione di un vaccino mRNA e l’immunoterapia ha dimostrato un tasso migliore di sopravvivenza libera da recidiva per il melanoma ad alto rischio (cancro della pelle), riducendo del 44% il rischio di recidiva o di mortalità nei trial di fase 2b. Dal 2016 sono iniziati più di 1.200 trial mRNA e gli impegni nello sviluppo di farmaci sono più che raddoppiati rispetto ai livelli pre-COVID. Con l’accelerazione di questo trend, ci attendiamo di assistere a un’espansione del mRNA che andrà decisamente oltre il COVID.
I lanci di nuovi farmaci nel 2023 e 2024 potrebbero essere tra i più ampi della storia.
A fronte di un’epidemia di obesità globale (il 38% della popolazione di età superiore a cinque anni è in sovrappeso o soffre di obesità)15 le società farmaceutiche stanno offrendo una soluzione che possa frenarla. Questa soluzione, un’iniezione di semaglutide, sta già mostrando risultati. Le vendite stimate del farmaco negli Stati Uniti potrebbero arrivare quest’anno a 4 miliardi di dollari, e secondo le previsioni il mercato potrebbe arrivare a superare 150 miliardi di dollari nel prossimo decennio. Altre società farmaceutiche stanno assistendo a loro volta a risultati positivi di farmaci per la perdita di peso, con trial che hanno dimostrato perdite di peso dei pazienti superiori al 20%.17 Le terapie antitumorali potrebbero raggiungere dimensioni analoghe. Come punto di riferimento, i ricavi dei farmaci oncologici in tutto il mondo nel 2021 sono arrivati a 178 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, i governi di tutto il mondo hanno buoni motivi per offrire un maggiore sostegno alla perdita di peso, considerando che l’impatto stimato dell’obesità sull’economia globale è di 2.000 miliardi di dollari.
Fonte: Start Magazine