I mercati europei come vasi di coccio

Sul tema della fragilità dei mercati europei Francesco Lenzi, imprenditore e giornalista, pubblica un interessante articolo su “la voce.info”. 

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe portare a una nuova ondata di dazi e misure protezionistiche. I mercati finanziari hanno reagito positivamente, aspettandosi vantaggi per le aziende statunitensi grazie a meno regolamentazioni, riduzioni fiscali e barriere contro la concorrenza estera. La politica commerciale di Trump è sempre stata orientata verso l’imposizione di dazi per ridurre il deficit commerciale, soprattutto nei confronti della Cina. Durante il suo primo mandato, ha imposto dazi su beni cinesi per circa 380 miliardi di dollari, misura mantenuta in parte anche dall’amministrazione Biden, con effetti visibili nella riduzione dell’import e del deficit commerciale con la Cina. 

Tuttavia, Paesi come Messico e Vietnam hanno assorbito parte della domanda statunitense, aumentando le esportazioni verso gli USA e facendo crescere il deficit commerciale complessivo. Ora si prevede che Trump possa intensificare ulteriormente le tariffe, arrivando fino al 60% sui prodotti cinesi, colpendo anche le aziende europee, il cui surplus commerciale con gli USA è cresciuto. 

In questo nuovo scenario di guerra commerciale, l’Unione europea appare particolarmente vulnerabile. Il rischio è che l’eventuale eccesso di capacità produttiva cinese si riversi sul mercato europeo, aumentando la concorrenza. Inoltre, il legame energetico con gli Stati Uniti dopo la crisi ucraina rende complicata una risposta unitaria da parte dell’Europa. Per proteggersi, l’UE dovrà potenziare la domanda interna, aumentare la competitività delle imprese e ridurre la dipendenza dal mercato americano. 

L’articolo completo, che riporta anche interessanti dati sui flussi commerciali da/verso il mercato USA si può leggere qui 

Aldo Viapiana

 

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